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UN MALATO TERMINALE NAIF

08.11.2010 23:47

Per lui è finita, era un “MALATO TERMINALE” da quasi 50anni...nel lontano 1961 all'età di circa 35 ha deciso che la vita sarebbe stata troppo breve per essere vissuta casa e lavoro. Quindi un bel giorno, ha appeso il camice al chiodo, e ha dedicato tutta la sua vita a... non fare un cazzo dalla mattina alla sera (se lo poteva permettere)! A chi, negli anni successivi gli chiedeva perché pur essendo così giovane fosse a spasso, lui rispondeva che era un malato terminale e che gli rimaneva poco da vivere attirando la compassione della gente.

Nella sua vita, ha preso per il culo il mondo intero senza mai danneggiare nessuno. Per descriverlo brevemente è sempre stato un personaggio alla “amici miei”. Era un raccontaballe spaziale ed era bravissimo a raccontar frottole perché mai si contraddiceva! Per evitare che gli capitasse questo inconveniente aveva una specie di diario dove quotidianamente annotava le stronzate che diceva e che combinava! C'è da immaginare che 50anni di stronzate riportate per iscritto corrisponde ad una enciclopedia Treccani di minchiate.

Negli ultimi 20anni ha viaggiato molto. Andava spesso in America latina diceva che andava a puttane e che andava in quei Paesi perché era l'unico posto dove le donne giovani lo prendevano in considerazione. Ripeteva spesso a chi lo conosceva da una vita: “quando morirò vi farò un grande regalo avrete tutti i riferimenti di queste mie puttanelle giovanissime”.
Questa frase detta in continuazione mi faceva un po’  impressione perché  era sorto in me il dubbio che fosse un pedofilo che và in quei Paesi per soddisfare i suoi bassi istinti. Però conoscendo il personaggio supponevo che fosse una delle sue solite burle.

Quando si è ammalato seriamente qualche mese fa di un male che non perdona, ha fatto come se nulla fosse, ha tenuto nascosto a tutti la sua situazione e ha continuato a fare il cagacazzi come ha sempre fatto! … tutto normale con ovvie assenze dovute ai cicli di cura... che lui giustificava come visite a un parente che sta malissimo! Avendo la freddezza di raccontare la sua situazione di salute come se stesse raccontando le miserie di quel suo parente fantasma!

Nel momento in cui ha capito che l'ultimo ricovero in ospedale sarebbe stato l'ultimo... prima di entrare in ospedale ha fatto il suo ultimo colpo di teatro...
Dicevo... “colpo di teatro” perché  solo così si è potuto definire ogni suo gesto e ogni sua frase. Questo ultimo colpo di teatro è stato una semplice email indirizzata a tutti noi... per lui persone amiche, solo perché lo ascoltavamo quando raccontava le sue “avventure” arricchite di tante baggianate... ma sempre piacevoli da ascoltare consapevoli che dalla bocca da cui uscivano... bisognava credere solo il 20% di quelle parole.

Il contenuto di questa email era molto semplice... comunicava la sua dipartita a breve, e che dispensava dalle visite in ospedale, però con l'obbligo assoluto... di partecipare ad una cena in suo ricordo, il mercoledì successivo al suo funerale, in un noto ristorante della sua città!

Ovviamente conoscendo il personaggio, ogni persona invitata a questa cena è andato a verificare il turno di chiusura del ristorante... e guarda caso era proprio il mercoledì! Quindi a prima vista era evidente che si trattava di una delle solite burle, però sapendo che era veramente ricoverato in ospedale una visita di cortesia per farci 4 risate era fattibile...

penso di essere stato uno degli ultimi ad andare a trovarlo.... non ho visto un uomo arreso, non ho visto la malattia nel suo aspetto, non ho visto la sofferenza nei suoi movimenti, non ho visto il suo sguardo triste, non ho visto nulla di tutto questo... ho visto il solito ciarlatano che dal suo letto teneva banco in tutto il reparto coinvolgendo tutti con le sue smargiassate!

Sono stato poco tempo con lui... giusto quattro chiacchiere e prima di andarmene chiedendogli della email, mi conferma che è tutto vero e la cena è confermata il mercoledì... che sarà, quando destino vuol che sia!

Spiegandomi anche che il giorno scelto: il mercoledì (turno di chiusura del ristorante) è perché il ristoratore è uno degli invitati e il locale sarà tutto per noi. Aggiungendo che in quell'occasione ci farà avere la sua agenda con tutti i riferimenti delle sue puttanelle (dei suoi ultimi vent'anni)... confidandomi che in quell'agenda ci sarebbero state grandi sorprese.
 
questa confidenza sussurrata… ‘sta simpatica canaglia l'ha detta a tutti gli invitati!

(segue)

…… è arrivato il mercoledì della cena, il ristorante è tutto per noi… fra noi invitati (in tutto 32persone) c’è un po’ di imbarazzo perché non ci conosciamo. Questa è una stranezza , in quanto lui conosceva una marea di persone e siamo solo in 32. Io penso tra me e me che avrà avuto in budget predefinito per questa cena, altrimenti non si spiegherebbe questo piccolo gruppo… quando lui in qualsiasi cosa era esagerato! E un’altra stranezza che ho notato  è che nessuno di noi aveva la stessa età! Comunque sia,  dopo 15-20minuti, ci si ritrova a raccontare aneddoti divertentissimi su questo curioso personaggio che tutti avevamo conosciuto!


E la serata fila via liscia senza che nessuno faccia accenno a quella famosa agendina delle suo donnine che aveva conosciuto negli ultimi 20 anni! Anche perché fra noi 32 invitati c’era pure un prete che aveva ricevuto la stessa email che avevamo ricevuto tutti noi! Finita la cena dopo il caffè arriva il proprietario del ristorante con una grande busta…  e 32 buste più piccole con su scritto il nome di ognuno di noi!


I proprietario del ristorante non ne conosce il contenuto, e anche lui è uno dei destinatari di una di quelle buste… ha solo la disposizione di consegnare le 32buste… e ha dato disposizione che, prima che queste fossero aperte da ognuno di noi… venga letta a voce alta la lettera più grande… sembra un gioco. Ci aspettiamo l’ennesima presa per il culo. La sua ultima smargiassata prima che si chiuda definitivamente il sipario!


Siamo tutti attentissimi… ognuno con la propria busta in mano… aspettando che venga aperta la grande busta! Il proprietario del ristorante, apre la grande busta estrae un cartoncino legge il contenuto e sogghignando lo rivolge verso di noi… c’è una grande scritta: “ORA SON CAZZI VOSTRI” e sotto più in piccolo… “abbiate cura di loro”!


Io ho aperto la mia busta! E tutti gli altri hanno fatto lo stesso… compreso il ristoratore e il prete…. Ognuno ha letto il contenuto della sua lettera… in un silenzio irreale!
La mia busta conteneva una lettera, una foto, un numero di telefono e delle coordinate bancarie!... le sue puttanelle (come le definiva lui parlandocene con noi)… erano tutte bambine adottate e le manteneva a distanza… in questi ultimi 20 anni, andava un paio di volte all’anno in america latina a visitare le missioni… e ogni volta ne adottava una!...

 

Lui senza famiglia aveva 32 figlie!
Alcune l’avevano anche reso “nonno”  la distribuzione delle lettere con l’onere e l’ONORE di essere i nuovi papà di queste ragazze, non è stata casuale. Infatti, ad ogni uno di noi ha abbinato una sua “figlia” adeguata alle nostre età!


La “mia” si chiama Fatima, ha 14 anni. Per lei sarò solo lo “zio”. ma cazzo che emozione!!!
FINE

 

4 NOVEMBRE

01.11.2010 16:38

4 NOVEMBRE
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera
muti passaron quella notte i fanti
tacere bisognava e andare avanti
s'udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l'onde
era un presagio dolce e lusinghiero
il Piave mormorò: "non passa lo straniero" !


al di là di ogni considerazione storica o politica, il 4 novembre(*) è una data fondamentale della nostra patria ...particolarmente orgoglioso di essere veneto, terra bagnata dal sangue di chi, provenendo anche da regioni lontane, ha dato la vita su questi fiumi, monti, vallate, che hanno segnato un limite invalicabile.

Onore ai caduti, anche della parte avversa ...ogni anno si celebrano commemorazioni della grande guerra, che vedono rappresentanze degli eserciti nemici...uniti a ricordarci la crudeltà delle guerre.

Può capitare a volte che a buttar via la memoria di questi eventi tragici, è liberare una casa ereditata... uno scatolone ricolmo di carte che all'apparenza sembrano inutili. Prima di gettare il tutto in un cassonetto, uno scrupolo nel dare un'occhiata a questa carta, può far affiorare una memoria storica. Sei lettere dal fronte scritte a matita... conservate da una mamma per tutto il tempo che è rimasta in vita... aspettando e sperando, che il figlio tornasse da quel fronte dove stava combattendo.

sono 6 lettere... di un ragazzino caduto sul fronte del Piave, che in quei tempi aveva la fortuna di saper scrivere. Da oltre 90 anni la sua memoria è ancora viva, perché nessuno l'ha gettata nella spazzatura. Il suo nome era Giuseppe un Fante, un ragazzino caduto sul Piave per la sua Patria.

 

(*) Il 4 novembre è un giorno importante per la storia d’Italia: si celebra in questa data l’armistizio che nel 1918 pose fine alle ostilità tra l’Italia e l’Austria - Ungheria, concluse sul campo con la vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell’unità del popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a 698.000 italiani mentre  oltre 1.000.000 furono i mutilati e i feriti.

BINARIO 3

22.10.2010 01:54

Arriva la chiamata a un medico da parte di una figlia, preoccupata per la salute della madre Carla... la figlia chiede al medico una visita a domicilio perché  sua mamma è a letto e non può muoversi. Il medico, prende nota del nome e dell'indirizzo... gli risulta che la signora è una sua paziente, ma non l'ha mai vista.

il medico si reca a casa della signora anziana... suona il campanello e gli apre la porta la figlia di Carla. Entrando nota che l'appartamento è splendido, curatissimo, lindo.... e su ogni ripiano, tante foto dove appare una felice famigliola: mamma, papà e una bambina... il medico pensa che presumibilmente sono le foto di famiglia... l'unica particolarità è che non c'è nessuna foto attuale. A occhio, la più recente ha più di 20 anni.

la figlia accompagna il medico dalla madre Carla.... apre la porta della camera, e si trova davanti una signora vecchissima stesa sul letto... coperta fino al mento. Al suo fianco è seduto su una poltrona il marito di Carla, che accarezza la sua mano che sbuca da sotto la coperta.

il medico è davanti al letto, ha la signora Carla di fronte. Prima di chiedere i sintomi del malessere di Carla, guarda bene quel viso... e nota che ha lo sguardo inespressivo... e i lineamenti sono immobili... sembra morta! Si preoccupa un po’ e per un attimo pensa di trovarsi davanti a un cadavere, ma Carla respira... è viva.

Quindi rivolgendosi alla figlia, chiede perché  Carla si trova in quella situazione, e lei gli spiega che sua madre, ha avuto un raffreddore seguito da un po’ di febbre... e questi sintomi erano risolti già da alcuni giorni; ma Carla contrariamente a come è sempre stata, non mangia non beve e non parla da 5 giorni... il medico sorpreso da quanto gli ha detto la figlia... si avvicina la visita accuratamente... nel silenzio più totale dei suoi familiari preoccupati (presenti durante la visita medica).

finita la visita.... il medico... si guarda attorno... scruta la camera da letto... e ripensando a cosa aveva notato entrando in questo appartamento, si avvicina alla figlia... e soppesando bene le parole... guardandola fissa negli occhi le chiede... DOVE ABITA CARLA?  La figlia imbarazzata risponde che abita lì, e chiede al medico cosa avesse sua mamma e perché  fosse in quelle condizioni.  Il medico non risponde e pone la stessa domanda... dove abita Carla? La figlia sempre in difficoltà, volge lo sguardo verso il padre (sempre seduto accanto al letto di Carla)... il quale abbassa la testa senza dire una parola...

il medico rimane in silenzio e aspetta la vera risposta. La figlia... tira fuori il coraggio e gli dice che la mamma vive altrove e, che la sua casa... per sua scelta, da oltre 15anni, è la stazione ferroviaria su una panchina del binario 3... e una volta alla settimana tutti i martedì, in tutti questi anni... andava a portarle il cambio della biancheria... e per farle un po’ di compagnia (la stessa cosa ha sempre fatto suo padre... marito di Carla... tutti i giovedì), ma Carla non era mai più tornata a casa... la sua vita da oltre 15anni era tutta su quella panchina! Solo quando si è ammalata era riuscita a convincerla tornare a casa... nell'appartamento.

Ascoltata la "confessione" della figlia... il medico in presenza di Carla dice alla figlia... LA RIPORTI A CASA SUA... Carla sentendo quelle parole, fa un timido sorriso, subito notato dai presenti... e il suo sguardo torna luminoso.

Carla non ha nulla... il suo stato d'animo è spento perché  si trova in una situazione completamente estranea dalla sua vita... tornando al binario 3 su quella panchina, Carla ritroverà il suo equilibrio... mentre il medico sta dando questa spiegazione, il padre stacca la sua mano da quella di Carla. Sente che la sua Carla se ne andrà di nuovo... le loro mani si staccano solo per un attimo, Carla... che fino a quel momento era stata immobile... reclina il capo verso il marito e con la sua mano, cerca e raggiunge quella del suo compagno... ora è lei che accarezza dolcemente la sua mano... e le sussurra... ti aspetto giovedì.

il medico se ne va... e il giorno dopo Carla è di nuovo sulla panchina del binario 3. Carla, nel suo mondo si è ristabilita velocemente.

è passata qualche settimana. È giovedì... il marito di Carla entra in stazione per la visita settimanale alla sua compagna di una vita, che a un certo punto del loro percorso ha fatto una scelta autonoma... non condivisa ma accettata. Lui pensa che l'amore quando è vero...è come un diamante ha molte sfaccettature... in qualsiasi parte lo si guardi... brilla.

mentre precede nel sottopasso che porta al binario 3.... immerso nei suoi pensieri e con le borse del ricambio della sua Carla... c'è il classico via vai di qualsiasi stazione ferroviaria...

sale le scale che portano al binario 3... quando sarà in cima alle scale, là in fondo, sotto la pensilina, sull'unica panchina rimasta (il binario 3 è un binario dismesso), troverà la sua Carla ad aspettarlo.

oggi c'è tanta gente al binario 3.... che strano, di solito non c'è mai nessuno... perché  su quel binario non transita nessun treno da parecchio tempo... passano pochi secondi e capisce...

tutta quella gente,  è li perché è successo qualcosa alla sua Carla... preoccupato perché pensa che stia male... molla le borse per terra, e corre verso quel gruppo di persone attorno alla panchina, e facendosi largo si trova davanti a un telo bianco che copre la panchina... sotto il telo c'è un corpo... e lui, come a voler rifiutare la realtà... si guarda attorno e fra le tante persone presenti cerca di scorgere il viso della sua Carla.


Non lo trova... perché la sua Carla è quella sagoma stesa su quella panchina sotto quel telo bianco.
Scosta il telo sperando che sia un'altra persona... e che la sua Carla sia andata da qualche altra parte... invece è Carla... il suo viso è sereno... lui vede un sorriso che magari non c'è... perché sa che la sua Carla... ha vissuto come ha voluto... libera... è morta come sperava di morire... libera... a casa sua... sulla panchina del binario 3.

la storia è reale, Carla è un nome di fantasia e il binario nella realtà, non ha il numero 3.


UN SEMAFORO, UN MURO, UN CULO E...LA PACE

17.10.2010 01:08

Un sabato pomeriggio… su una strada trafficatissima che porta verso il centro città, tutti in fila tante auto che portano persone che si butteranno sullo struscio nella via più figa della città e nello shopping prefestivo, tutta gente che non ha problemi (o perlomeno fa finta di non averli). Incolonnati al semaforo che rallenta di molto la “corsa” al sentirsi (almeno al sabato) tutti benestanti.


Il semaforo è la in fondo, è rosso… i pensieri sono tutti rivolti al parcheggio… ehh sì, perché bisogna fare quasi una strategia militare, per trovare dove mettere l’auto che deve essere il più vicino possibile ai nostri obbiettivi (i negozi).

Mentre questi pensieri (del cazzo) scorrono nella mente, e la colonna delle auto è ferma… distrattamente volgiamo lo sguardo a destra, oltre il marciapiede… oltre la pista ciclabile: cè quel muro! Imponente, malconcio e tutto sbrecciato. Oltre quel muro cè una struttura industriale immensa, abbandonata da decenni, li scorre una vita parallela alla nostra, quel posto è popolato di persone che nessuno ha costretto a stare lì. La maggior parte di loro sono extracomunitari che per scelta o per difficoltà ad inserirsi nella nostra cultura vivono lì. In quel luogo, il rispetto della vita umana non ha quasi nessun valore, ci vivono persone ai margini della società civile.

Nessuno di quelli incolonnati al semaforo, farà mai parte di quel mondo… nessuno di quel mondo, si metterà mai in coda al semaforo, li divide solo un muro… che se anche non ci fosse, non mescolerebbe mai queste persone. Il muro sbrecciato ha una fessura più ampia delle altre si vede oltre… c’è una persona di schiena accucciata, sta facendo i suoi bisogni fisiologici, nascondendosi dietro ad una siepe per non farsi vedere dagli “amici”, senza rendersi conto che sta mostrando il culo (e quanta ne fa), a un pubblico fermo a un semaforo… finite le operazioni di scarico, senza muoversi da quella posizione, allunga una mano e da un mucchio di immondizia li a fianco a lui, estrae un pezzo di stoffa… si vede dai gesti che fa (è sempre di schiena), la strappa in 2 parti. Con una di queste, si pulisce, la accartoccia e getta il pezzo di stoffa sul mucchio di immondizia… un colpo di vento ridistende il pezzo di stoffa si nota il  colore, anzi i colori (escludendo il colore del contenuto che aveva appena assorbito)… quelli sono i colori della bandiera della pace… che ha adornato molti balconi delle nostre città.

Si alza, si tira su i pantaloni… e torna nel suo mondo senza accorgersi che c’erano decine di persone che lo stavano guardando. E senza rendersi conto che il desiderio della pace nel mondo (di chi aveva comprato e poi gettato quella bandiera) a lui ha dato dei benefici… la possibilità di pulirsi il culo.

Riconosco che ho appena raccontato una cagata (nel vero senso della parola). Ma vedendo questa scena non sono riuscito a sorridere… come ho notato che stavano facendo gli altri automobilisti.

Il semaforo torna verde… Finalmente la colonna si muove… i pensieri ritornano al nostro sabato pomeriggio…


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09.10.2010 13:39

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L'ANGELO NERO

20.09.2010 22:16

Sono in un Paese del Medio Oriente, guido per la prima volta l'auto che ho fra le mani (una supercar).... subito dopo la prima rotonda... mi si presenterà davanti una superstrada nuova di zecca... una lunga lingua d'asfalto... tutta dritta lunga circa 100km.. che attraversa solo 2 centri abitati.... su questa strada non ancora fornita di autovelox... so che incrocerò non più di 10 veicoli.

entro nella rotonda e dalla destra sbuca un pickup Hummer tutto nero... con i vetri neri... per impedire di vedere dall'esterno chi c'è nell'abitacolo.... il pickup mi affianca... e nello stesso momento do un'accelerata vigorosa... per sentire il rombo della mia auto...evidentemente chi c'è alla guida questo gesto lo sente come una sfida... e mi rimane affiancato... e così ci immettiamo sulla superstrada... uno a fianco all'altro.

fatti pochi metri ci troviamo fermi per dar modo ad un camion di attraversare la carreggiata... io sono pronto a scattare... e con un pò di sufficienza... guardo dal basso verso l'alto sto suppostone nero che mi sta a fianco... e noto che il pickup... si abbassa cambiando l'assetto... da sotto il paraurti anteriore esce uno spoiler e un'altro esce dal cassone... penso sto quà è scemo... ha un Hummer truccato e vuole mettersi a fare lo sborone e umiliare il mio bolide...

si libera la carreggiata e l'operaio abbassa la paletta dello stop e ci da il via libera.... è il finimondo... scattiamo contemporaneamente sgommando lasciando sull'asfalto qualche chilo di polvere dei pneumatici.... dopo poche centinai di metri... il suppostone nero è già davanti di me... e si allontana.

io non desisto... pensando che quel bestione non può competere con me... per quanto riguarda la velocità massima...dopo qualche chilometro... come immaginavo, lo raggiungo e lo supero. l'Hummer deve essere a manetta, in quanto, lo vedo dietro di me che non molla... in pratica seppur ce l'ho dietro non mi sembra di distaccarlo di molto... e io sto viaggiando quasi a tavoletta, a una velocità di quasi 300km/h... (confesso che era la prima volta che andavo a una velocità del genere) e avevo un pò paura, mi sentivo insicuro....

fatto sta... che dopo una ventina di chilometri, l'Hummer è un lontanissimo puntino nero dietro di me... allora decido di rallentare... penso che viaggiare ad una velocità di 200km/h sia già più che sufficiente. Caso mai lo stronzone insiste per cercare di superarmi. una accelerata e via... lo tengo dietro.

la strada è diritta... e guardando avanti si vede all'infinito! Ad un certo punto un avvallamento e ho la sensazione che le ruote si staccano da terra... è solo una impressione… in quanto devo frenare improvvisamente e la frenata è sicura... riesco a fermarmi in tempo davanti a un rotolo di fieno presente sulla strada caduto da un carro ribaltatosi sulla stradina parallela alla strada che sto percorrendo. Il rotolo di fieno non si poteva vederlo perchè quel tratto di strada è come in una conca e in quel momento stavo viaggiando a circa 200km/h... ed è immaginabile... lo spavento nel dover frenare improvvisamente. Mi è andata bene! Però non era ancora successo niente...

...SONO FERMO!!! Davanti a quel rotolo di fieno, mentre i due pastori cercano inutilmente di rimuoverlo dalla strada... e sto pensando al pirla dell'Hummer. Istintivamente guardo nello specchietto... e come un flash... vedo sbucare la massa nera alle mie spalle che sembra stia arrivando in piena velocità!

...è un attimo... sento solo un crack alla base del collo... nessun dolore solo la sensazione di una specie di leggera scossa elettrica lungo tutto il corpo... ho la sensazione di volare... infatti... nel tamponamento volo oltre il guardrail centrale e mi schianto contro il muso di un camion che sta venendo nel senso opposto. Poi un silenzio strano... l'istinto è di uscire subito dall'auto... ma non riesco a muovere nessun muscolo del mio corpo... riesco solo a muovere la testa leggermente in avanti... sfiorando con il naso il volante... che rientrando nell'abitacolo ce l'avevo davanti alla faccia... non riesco neanche a ruotare la testa per guardare a lato...

sono incastrato... e posso solo guardare fisso in avanti... non sento nessun dolore... nonostante mi sia successo qualcosa di grave... sento solo un forte calore dietro le orecchie (saprò poi che era il motore che a causa del tamponamento era entrato nell'abitacolo).

...è una zona desertica... eppure intuisco che attorno a me ci sono già delle persone... sento che non sono solo... di fronte a me appare una donna tutta vestita di nero, con lo chador... un viso angelico... è una ragazzina... ha l'aria di essere spaventata... ma sgranando i suoi occhioni neri... mi fa un sorriso rassicurante... sembra un ANGELO NERO... prende fra le sue mani la mia mano sinistra e la accarezza dolcemente... vedo i suoi gesti, ma... non sento nulla... il crack alla base del collo... deve aver avuto delle conseguenze...

....ho solo difficoltà nel respirare... non ho la cognizione del tempo... mi sembra che il tempo non passi mai... anche se (lo saprò dopo) l'elicottero arriva dopo soli 12 minuti... e come prima cosa... mi viene messo il classico collare... arrivano anche i pompieri che mi tirano fuori da quella scomoda situazione...

nella mia posizione (con al testa bloccata che potevo solo guardare avanti)... vedevo passare davanti a me infermieri... pompieri... e altre persone... e, a volte più vicino, a volte più lontano... vedevo sempre quell'ANGELO NERO... con il suo sorriso rassicurante...finalmente arrivo all'ospedale... non sento nessun dolore... gambe e braccia non me le sento... solo un gran mal di testa... e un forte calore dietro le orecchie.

... i medici "mi mettono" per 2 giorni, in coma farmacologico... quindi per 2 giorni "dormo"... al mio risveglio... sento dolori su tutto il corpo... ne sono quasi contento... mi dicono che non è nulla di grave a parte un violento trauma alla spina dorsale (risolto nei 2 giorni di coma farmacologico)  due costole rotte, trauma cranico e leggere ustioni alla nuca e alle orecchie. dovrò solo rimanere bloccato a letto per un paio di settimane e poi riabilitazione (in totale 60 giorni di prognosi)

...mi trasferiscono... in reparto... appena uscito dalla sala di rianimazione, mi trovo davanti ancora l'ANGELO NERO... trovo molto strana sta cosa, visto che l'ospedale è molto lontano dal luogo dell'incidente... la cosa comincia ad essere inquietante... allora chiedo alla mia compagna... chi fosse quella ragazzina...

 

...presto detto...quella ragazzina che ho definito l'ANGELO NERO... era il conducente dell'Hummer che mi ha quasi spaccato la schiena tamponandomi! 19 anni figlia viziata di una persona molto danarosa della zona... appassionata di auto e di tuning... a suo dire “brava pilota”, che per il suo 18mo compleanno aveva voluto (e ottenuto) quell'Hummer spaziale...

sta stronza!!!.... quasi mi ammazza, e poi  viene a tenermi la manina... con il sorriso stampato in faccia. Se fossi stato in grado di muovermi... mi alzavo e la appendevo al muro!

 

IL MIO 11 SETTEMBRE 2001 (ricordi di quel giorno)

10.09.2010 22:43

Oggi 11 settembre 2001, Devo incontrare per definire un contratto di collaborazione:

Thomas (33 anni) non molto simpatico ma tosto nel suo lavoro. anche oggi lo troverò vestito impeccabile con quell’assurdo fazzoletto viola infilato nel taschino della giacca.

John (39 anni) 160 kg per 1,90 metri di pura simpatia. Colleziona cravatte ma non le può indossare perché ha il collo come un bue.

Mary (29 anni) donna grandi forme donna e di grande autoironia sul suo aspetto fisico. Si vocifera nel loro ufficio, che abbia una storia con John

Julia (41 anni) segretaria tuttofare, rompicoglioni, pettegola ha un modo di vestire “folcloristico” e una pettinatura che sembra abbia un panettone in testa (per capirci tipo Moira Orfei).

Sandy (26 anni) splendida ragazza preparatissima nel suo lavoro, sarà destinata ad essere la mia ombra nei miei soggiorni negli States, ha 2 occhi azzurri che trafiggono. La miglior ombra che si potesse desiderare.

… l’appuntamento è per le ore 16.30 in ufficio, loro ora sono in ufficio, stanno preparando tutto perché io e Sandy (la mia splendida ombra) subito dopo dobbiamo partire per il Maine per 3 giorni dove ci aspettano una serie di incontri con altri collaboratori.

… io sono nel New Jersey già in viaggio vicino a Newark… visto che sono in anticipo e che il fiume Hudson che devo attraversare per raggiungere il luogo dell’appuntamento è poco lontano, decido di deviare con la mia auto per andare in una cittadina vicina a trovare la nonna di un’amica italiana là residente.

Ho appena imboccato il viale principale la vita scorre come in qualsiasi cittadina nel mondo. lei abita là in fondo in una splendida casa in legno bianca con il prato verde che sembra un tappeto da biliardo che fa risaltare ancor di più il bianco della casa.

Sto procedendo piano… ma che succede?… tutto improvvisamente si ferma… è incredibile… tutte le persone sono immobili noto solo gli sguardi increduli… ma nessuno si muove…non sto capendo… mai vista una cosa così angosciante… dura un’attimo che sembra un’eternità…improvvisamente tutto torna ad animarsi in un caos indescrivibile… è il panico totale… in quel luogo non è successo nulla ma perché sono così tutti spaventati?... scendo dall’auto cerco di capire… e capisco… purtroppo capisco… abbandono l’auto e corro verso quella casa bianca in legno che ora vedo come un rifugio inviolabile… entro… la nonna è sola in casa… stava seguendo gli eventi alla TV…ci guardiamo negli occhi e ci abbracciamo piangendo come 2 bimbi.

…sono passate un paio d’ore il trauma del momento è passato… pur ancora sconvolto e frastornato decido di tornare a prendere l’auto… e mentre cammino lungo il viale alzando gli occhi guardando in direzione dove c'è New York, vedo in lontananza... il fumo del risultato dell’odio... che si alza nel cielo…

CAZZO!!!!!..... ma io dove è successo tutto questo ho un appuntamento alle 16.30!!!... Thomas, John, Mary, Julia e la splendida Sandy… stanno lavorando… e sono esattamente nel punto dove si alza quel fumo… provo a chiamare… è tutto isolato… nessun telefono funziona… arrivo all’auto mi siedo al posto di guida… come un automa…continuo a provare… ma nulla…nulla…nulla…

È sera… sono ancora fermo in auto con le batterie dei miei 2 telefoni che sono ormai scariche senza che io abbia sentito la loro voce…

Non li avrei mai più sentiti…

Thomas, John, Mary, Julia e la splendida Sandy…erano quel fumo che vedevo salire verso il cielo.

Di loro mi sono rimasti questi ricordi:
Thomas: l’assurdo fazzoletto viola infilato nel taschino della giacca,

John: la simpatia e la sua fissazione per le cravatte che non può indossare.

Mary: le dimensioni da moby dick portate con l’eleganza di un cigno.

Julia: il folclore dell’essere donna in modo alternativo

Sandy: come potrò dimenticare quegli occhi…

Briciole di vita scolpite nella mia esistenza.

 

domani mattina parto, tornerò negli States... (è una coicidenza che scada proprio negli stessi giorni, di questa fatidica data)...sarò ospite per qualche giorno di quella nonnina... in quella casa in legno bianca...

si è parlato molto di quanto successo in quel tragico 11 settembre del 2001... in quella tragedia sono morte persone che conoscevo... mi è capitato come penso che sia capitato a molti... di essermi soffermato solo su certi dettagli di quei terribili momenti... tutto il trambusto mediatico che ne è uscito fuori successivamente... mi ha solo sfiorato... le colpe le ragioni... le cerchino altri...

non attraverserò il fiume Hudson... oltre quel fiume... non c'è nulla che mi possa interessare...

 

 

avendo vissuto seppur marginalmente quell'11settembre 2001 sul posto... MAI ho provato odio nei confronti dei mussulmani in quanto tali... in seguito a quei fatti... curiosamente mi  trovo a convivere per lunghi periodi dell'anno (nei Paesi Arabi) proprio con loro.

 

io come occidentale non riesco a digerire certe loro "leggi"... la crudeltà nello spegnere certe evoluzioni naturali dell'uomo è agghiacciante... ma l'umanità insita in ogni singolo mussulmano... è paragonabile, se non migliore a qualsiasi occidentale.

il terrorismo è tutt'altra cosa... spaventa anche loro!!!

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